Il 5 maggio, alle ore 19.35 ora italiana, splenderà in cielo la Luna Piena, a 14°58 nel segno dello Scorpione.
Siamo nel momento di massima espansione dell’energia lunare, Sole e Luna sono uno di fronte all’altra, energie opposte ma complementari.
La Luna si trova dunque nel profondo e imperscrutabile Scorpione mentre il Sole – suo amico/nemico – si trova nel pacifico e fecondo segno del Toro.
Durante questo Plenilunio si celebra il rituale del Wesak Acquariano, un evento che appartiene a tutto il genere umano. Il rito si ispira al Vesak Buddhista, una festa sacra durante la quale si celebra la nascita, l’lluminazione e il distacco dal corpo come essere liberato del Buddha, che secondo la tradizione buddhista ebbero tutti luogo durante il plenilunio di maggio.
Vorrei prima di tutto chiarire la differenza fra Wesak Acquariano e Vesak Buddhista.
Il Wesak Acquariano è un rituale divulgato nel secolo scorso dalla teosofa Alice Bailey. Il Wesak Aquariano è una festività che viene celebrata mentre il Sole si trova nel segno del Toro e la Luna nel segno dello Scorpione.
Ma cosa si festeggia nel giorno del Wesak?
Si narra che Siddharta Gautama, il Buddha, sia morto nell’anno 483 a.C. nel mese di Vesak (maggio), nella notte di Luna Piena. Quando l’Illuminato stava per raggiungere il Nirvana per dimorarvi ormai libero da ogni legame terreno, si guardò indietro e vide un’umanità sofferente e addolorata dal ciclo della rinascita e della morte nonché oppressa dall’ignoranza.
Preso da profonda compassione per il genere umano, promise che non sarebbe entrato nel Nirvana fino a quando l’ultimo degli esseri umani non fosse stato libero.
A partire dagli inizi del 1900 viene diffusa, all’inizio dalla Teosofia e in special modo da Alice Bailey, l’indicazione di celebrare tale festività come l’incontro non solo con il Buddha, ma anche con il Cristo e tutti i Maestri Ascesi di quella che la teosofia chiama Gerarchia Spirituale di Shamballa.
Questa cerimonia viene celebrata nell’Himalaya, nella valle del Wesak, alle pendici del monte Kailash, in fondo alla quale c’è un altare con una grande coppa di cristallo contenente dell’acqua purissima.
Quando tutto è pronto per la cerimonia il Buddha si manifesta nel suo Corpo di Luce per circa otto minuti, elargendo la sua benedizione all’umanità intera assieme agli altri grandi Maestri Ascesi, presenti nei loro Corpi Spirituali, che fanno scendere la benedizione divina sulla coppa e sui presenti mentre in tutta la valle fioriscono degli iris viola.
Tutti coloro che prendono parte alla cerimonia di persona, col pensiero o in meditazione beneficiano di questa benedizione che li eleva spiritualmente; così ognuno diventa un canale e, a sua volta, ridistribuisce questa potente energia di Luce che altrimenti rimarrebbe inutilizzata.
Vorrei ora brevemente accennare alla simbologia e al significato dell’animale toro nel mondo antico, che era il simbolo della Grande Dea per via del suo potere di generazione della vita, in quanto la forma del cranio del toro corrisponde proprio alla forma degli organi riproduttori femminili.
Il Divino in tutto il mondo antico era rappresentato dal Principio Femminile, la Dea, da cui la vita si originava e alla quale ritornava per poi nuovamente rinascere, in una modalità ciclica come le fasi lunari.
Anche il simbolo della coppa del Wesak riconduce alla simbologia della Dea. La coppia ripiena d’acqua e la valle dell’Himalaya, sul fondo della quale scorre un piccolo torrente, sono tutti simboli del femminile mentre il fiorire degli iris al momento della benedizione rinforza l’idea che si tratti proprio di un rituale di celebrazione della Vita.
In base a questa simbologia, quello che oggi chiamiamo Wesak Acquariano, ha quindi radici antichissime.
E’ un momento sacro offerto a tutta l’umanità per canalizzare Amore e Saggezza, che fa dell’essere umano Consapevole un elemento di trasmissione del Divino o unione mistica con il Divino inteso come Grande Dea o Madre Celeste.
Il simbolismo della comunione con l’acqua è quindi un simbolismo ampio che ci invita a percorrere la strada di una riconciliazione con noi stessi, con il nostro corpo, con la natura e l’ambiente, con il sentire e l’amore caratteristici dell’energia Femminile, con l’Essenza divina che brilla in noi.
E’ una celebrazione per tutta l’umanità, una riconnessione con le nostre radici ancestrali, con la Madre Terra, con il Padre Sole, con tutti gli esseri viventi e senzienti per ricevere la benedizione del Buddha che ritorna, ma anche quella del Cristo e di tutti i Maestri di Saggezza Ascesi che vegliano per guidare l’evoluzione spirituale di tutta l’umanità.
Concludo con la grande invocazione, una preghiera mondiale, donata ad Alice Bailey in una canalizzazione per tutti gli uomini di buona
volontà:
Dal punto di Luce nella Mente di Dio
Affluisca Luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore nel Cuore di Dio
Affluisca Amore nei cuori degli uomini.
Possa Cristo tornare sulla Terra.
Dal Centro dove il Volere di Dio è conosciuto
Il Proposito guidi i voleri degli uomini;
Il Proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che viene detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce.
E possa sigillare la porta dove il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.
Om Shanti
Samapatt